It

Testi

È bene che il porto sia tutti i giorni in attività,
e che tutti i giorni qualcuno arrivi lì,
e la città, come sempre meridionale,
raccoglie il tributo stabilito dai nuovi venuti

I saraceni esperti nei viaggi
passano la dogana e la tipografia,
cercano l’amore come i vaccini
nelle case fredde fatte di pietre gialle.

E i Chassidim portano il crepuscolo nei loro vestiti
e le lettere della Torah sono cosi singolari.
Le vele bianche come i vestiti delle fanciulle
riempiono il porto con la sensazione dell’amore.

E i Chassidim parlano di tutto tranne che di dio,
come se lui li avessi offesi in qualche modo.
D’estate ogni volta c’è una tale inquietudine
che è meglio rimanere insieme fino alla mattina.

D’estate persino le piante da interno
guardano nel futuro con fiducia.
Gli storni neri, come famiglie rissose
con disperazione si accomodano sui ciliegi.

L’intelaiatura del sole è solida.
Le presse invisibili lavorano regolarmente.
È bene che ci siano le biglietterie internazionali,
è bene che ci siano corse regolari.

I doganieri fanno il loro lavoro,
mentre in casa li aspettano le famiglie,
sto contando i resti della flotta,
e lentamente arrivo alla metà.

© Serhiy Zhadan | Traduzione di Lorenzo Pompeo

Guarda la versione multimediale

Elenco di testi | Testo successivo