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Testi

D’estate
lei cammina per le stanze,
afferra il vento dalle finestrelle,
sembra un pescatore maldestro
che non riesce a tirar su
le vele.

Ordiva agguati alle correnti d’aria,
tendeva loro trappole.

Ma le correnti le fanno:
Troppo delicati sono i tuoi movimenti,
troppo ardente il sangue,
con queste tue incertezze
cosa mai puoi afferrare
nella vita?

Troppo in alto
stendi le tue mani,
così afferri solo il vuoto.
Tutto ciò che ci è sfuggito
dalle mani è solo vacuità.
E tutto quello per cui
non si ha la necessaria pazienza
è solo vento che soffia
sopra la città.

Sole nel cielo mattutino,
come un’arancia
nello zainetto di scuola:
è l’unica cosa che abbia veramente valore,
l’unica cosa alla quale pensi
quando la solitudine
insiste a farsi viva.

© Serhiy Zhadan | Traduzione di Lorenzo Pompeo

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